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Trasporti, arriva BE OPEN per dati e risultati scientifici sempre più condivisi e uniformi

Ad oggi i dati della ricerca sui trasporti risultano diversi per contenuto, struttura, uso e livello di accessibilità. I diversi settori del trasporto differiscono, inoltre, in modo significativo in termini di dati raccolti, di metodologie di riferimento, di analisi eseguite sugli stessi e di opinioni sull’open data. Si afferma, infatti, che ad oggi tra tutti i ricercatori sui trasporti intervistati solo il 5% attualmente condivida apertamente i dati.
In tale contesto, il progetto BE OPEN, finanziato nell’ambito del programma europeo Horizon 2020 ed avviato nel gennaio 2019 da un consorzio di 17 partner provenienti da 10 nazioni europee, mira a rendere operativa l’Open Science nella ricerca sui trasporti a livello europeo, attraverso una serie di attività mirate di sostegno e coordinamento.

Che cosa è l’Open Science
Il concetto di Open Science nasce per favorire nuovi approcci alla ricerca e alla comunicazione attraverso l’apertura, l’integrità e la riproducibilità delle soluzioni. Mira infatti a rendere i processi scientifici e i risultati più trasparenti e accessibili ad ogni livello e a tutti.
La rapida crescita delle tecnologie digitali e dei nuovi strumenti di collaborazione divengono fattori abilitanti dell’Open Science, consentendo di accelerare il processo di adozione di comportamenti “open” e facilitando la condivisione di grandi volumi di informazioni, materiali di studio e dati. La cultura e la capacità di condividere le attività di ricerca oltre i confini nazionali sono caratteristiche che – insieme alla notevole base di ricerca e conoscenza – pongono l’Europa in una posizione di leadership a livello mondiale per promuovere e accelerare il nuovo modo di lavorare promosso dall’Open Science.

Gli 8 pilastri indicati dalla Commissione Europea
La Commissione Europea promuove con forza la cultura dell’Open Science definendo otto “pilastri” su cui ne fonda i principi basilari:

1. premi ed incentivi;
2. indicatori di ricerca e nuove generazioni di metriche;
3. futuro della comunicazione scientifica;
4. European Open Science Cloud (EOSC);
5. FAIR Data:
– findable: i dati devono essere rintracciabili nella loro interezza;
– accessible: depositare i dati e i metadati associati in repository che sostengano il libero accesso;
– interoperable: assicurare l’interoperabilità dei dati e dei metadati utilizzando formati e protocolli di scambio possibilmente open source;
– reusable: agevolare il riutilizzo dei dati scegliendo una licenza aperta.
6. integrità della ricerca;
7. competenze ed istruzione;
8. Citizen Science ovvero l’impegno verso una scienza partecipativa, con una forte componente tecnologica.

La Commissione Europea ha divulgato, quindi, delle raccomandazioni sull’accesso e la conservazione dell’informazione scientifica alle quali gli Stati Membri sono invitati ad aderire mettendo in pratica l’Open Science, verso la libera circolazione della conoscenza, anche grazie alle tecnologie digitali e collaborative.

I risultati della ricerca sono infatti un notevole patrimonio per una nazione ed ancor di più se si considera l’Unione Europea nella sua interezza. A tal fine la Commissione Europea ha avviato da anni la piattaforma OpenAIRE, un’infrastruttura che raccoglie, censisce e dissemina risultati delle ricerche (pubblicazioni e i dati della ricerca) finanziate nell’ambito dei due ultimi programmi quadro (i.e. FP7 e Horizon 2020) e da enti finanziatori nazionali e internazionali, offrendo servizi a valore aggiunto per i ricercatori, i responsabili di progetto e i finanziatori della ricerca.

A fine 2018 è stato avviato anche lo European Open Science Cloud (EOSC), un progetto ambizioso volto a rendere disponibile a un milione e 700 mila ricercatori europei l’accesso condiviso ai dati della ricerca della comunità scientifica europea. Lanciato come un nucleo centrale di infrastrutture digitali connesse, definito EOSC-hub, si sta ora evolvendo come cloud a cui potranno essere aggiunte altre e-infrastructures europee, appena diventeranno tecnicamente pronte ad accedervi. La piena operatività di EOSC, secondo la roadmap delineata dalla Commissione Europea, dovrebbe essere raggiunta entro il 2020, in corrispondenza con la fine del programma Horizon 2020 e l’avvio del suo successore Horizon Europe.

L’Open Science nei trasporti
Tra i problemi più rilevanti che ostacolano una più ampia accessibilità alle informazioni vi sono sicuramente il concetto di privacy, di fiducia, una mancanza di meccanismi o incentivi che favoriscano la condivisione e la mancanza di comprensione del valore aggiunto che la circolazione di dati e risultati della ricerca porterebbe.

Inoltre, tra le barriere più evidenti nel settore trasporti, si possono ricordare:
– la frammentazione della proprietà dei dati e la mancanza di interoperabilità tra set di dati e piattaforme
– i diversi interessi degli stakeholder in merito ai dati di trasporto che portano alla richiesta di requisiti diversi per l’accesso ai dati
– la proprietà dei dati che differisce in base a chi li genera e li raccoglie e che molto spesso porta a problemi di condivisione degli stessi a causa di incertezze in termini di privacy, responsabilità legale, proprietà intellettuale, concorrenza o costi
– la frequente sensibilità dei dati di trasporto dal punto di vista etico o commerciale e conseguente necessità di controlli rigorosi in termini di accesso
– la diversità delle fonti di dati che incide sulla qualità degli stessi.
– le differenze nell’hardware e nel software utilizzati per la raccolta dei dati
– la mancanza di esperienza su tematiche quali il machine learning, il data mining e la gestione dei dati.

I 5 step di BE OPEN
Per far fronte a queste difficoltà, BE OPEN vuole promuovere, regolamentare e standardizzare l’Open Science nel settore dei trasporti. Questo si traduce in:
– sviluppare un quadro di riferimento comune per una corretta comprensione del concetto di Open Science applicato al trasporto;- mappare le risorse Open Science ad oggi esistenti;
– facilitare un dialogo basato su dati concreti volto a promuovere ed introdurre l’Open Science nell’ambito dei trasporti;
– designare un quadro politico ed indicazioni orientato ad implementare l’Open Science nei trasporti;
– coinvolgere una vasta rappresentanza di stakeholder in un processo partecipativo finalizzato all’adozione del concetto di Open Science.

In tale contesto, il progetto BE OPEN ha organizzato lo scorso 11 ottobre a Dublino nell’ambito della European Transport Conference (ETC2019) un primo workshop per coinvolgere gli stakeholder nella discussione sull’Open Science nel settore trasporti e, più in particolare, sulla terminologia più idonea a comprenderne i concetti su cui si fonda e sulle esigenze che scaturiscono dai diversi modi di trasporto nell’ambito dell’Open Science.
L’evento ha permesso di raccogliere le opinioni dei partecipanti creando un momento di discussione su aspetti quali la reale conoscenza del concetto di Open Science, le barriere percepite che ne ostacolano una più ampia diffusione nel mondo dei trasporti e gli ambiti in cui l’Open Science può ricoprire un ruolo chiave per migliorare approcci, servizi ed infrastrutture.

Il ruolo di FIT Consulting
FIT Consulting, partner del progetto BE OPEN, è responsabile della definizione di un ambito volto a stabilire una comune intesa del concetto di Open Science applicato al mondo dei trasporti che ne comprenda i vari aspetti della ricerca. Ciò al fine di facilitare l’accessibilità dei risultati scientifici alle città e autorità pubbliche disposte ad analizzare parametri di riferimento e migliori pratiche; alle industrie che mirano a promuovere lo stato dell’arte dei prodotti e servizi relativi ai trasporti; agli istituti di ricerca e università; alla società in generale permettendo ai cittadini sia di fornire i propri dati relativi ad informazioni di trasporto in tempo reale, sia di utilizzare le informazioni disponibili per migliorare la loro efficienza di trasporto.
Grazie all’interazione con una rappresentanza di stakeholder verrà creata una serie di possibili casi d’uso che descrivano, tramite un approccio bottom-up, le risorse, gli attori coinvolti, i servizi, le infrastrutture e le politiche attese, al fine di sviluppare una tassonomia relativa ai diversi aspetti della ricerca identificando al contempo lacune ed opportunità di intervento volte a promuovere i principi dell’Open Science nei trasporti.