Un nuovo “restyling” aspetta l’Unione Europea.
Un cambiamento capace di coinvolgere il reparto delle infrastrutture e delle reti di collegamento di tutta Europa.
Una vera e profonda rivoluzione sta cambiando il volto della mobilità: è la digitalizzazione dei trasporti, un processo che coinvolge infrastrutture, veicoli e dati, spinto da tecnologie come il 5G, l’intelligenza artificiale, l’Internet of Things e il cloud computing.
L’Unione Europea guida questa trasformazione attraverso strategie mirate e investimenti ingenti, con l’obiettivo di creare un sistema di trasporto intelligente, sostenibile, sicuro e interconnesso.
Al centro di questa azione c’è la partnership europea sulla Mobilità Connessa, Cooperativa e Automatica (CCAM) incentrata sullo sviluppo di un sistema di trasporto automatizzato e connesso in cui i mezzi di trasporto sono collegati tra loro e con l’infrastruttura stradale, scambiano informazioni in tempo reale. Inoltre i cosiddetti “5G Corridors”, attivi entro il 2027, garantiranno comunicazione costante anche tra veicoli e centri di controllo, aprendo forse definitivamente la strada alla guida autonoma.
Parallelamente, l’Intelligenza Artificiale andrà sempre più ad ottimizzare i percorsi, i flussi logistici e i punti collegati alle ricariche elettriche, elaborando enormi quantità di dati: fino a 4TB al giorno per una singola auto autonoma.
La digitalizzazione, però, non riguarderà solamente le tecnologie, ma anche la governance, la regolamentazione e la visione strategica.
Il Digital Transport and Logistics Forum (DTLF) sta lavorando per armonizzare standard e norme tra i Paesi UE, mentre la Strategia per la mobilità sostenibile e intelligente punterà a ridurre del 90% le emissioni entro il 2050, raddoppiando il traffico ferroviario merci e passeggeri.
Guardando al nostro Paese, un importante passo avanti è stato compiuto grazie all’azione “Autostrade per l’Italia”, con il lancio della “settima rivoluzione dei trasporti”.
Grazie all’investimento su un piano da 21,5 miliardi di euro, si punterà a trasformare le autostrade in ecosistemi digitali.
Tra i progetti già avviati ci sono Mercury, per il monitoraggio predittivo, e Free To X, con stazioni di ricarica elettrica ultraveloce. Le autostrade diventeranno, inoltre, un nodo attivo dell’energia, con smart grid, pannelli solari e sistemi di ricarica cinetica in fase di sperimentazione.
Nonostante questo, il potenziale resta in parte ancora fortemente inespresso.
In Italia, ad esempio, l’adozione dei Documenti di Trasporto (DdT) digitali è ancora limitata. Secondo il Politecnico di Milano, digitalizzarli porterebbe risparmi fino a 18 miliardi di euro, ma la transizione è ostacolata da dubbi gestionali, ritorni incerti e carenza di competenze digitali, soprattutto tra le piccole imprese.
Per questo, accanto agli investimenti in tecnologie, l’Europa e gli attori nazionali devono promuovere formazione, sviluppo di competenze digitali e un quadro normativo chiaro, inclusivo, sicuro. Perché la mobilità del futuro non sarà solo connessa e autonoma, ma anche umana, sostenibile e collaborativa.
Fonti:
https://digital-strategy.ec.europa.eu/it/policies/technologies-digitalisation-transport




