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EY Mobility Consumer Index: l’Italia è leader in Europa nell’adozione di veicoli elettrici

Secondo i dati ACEA, Associazione europea dei produttori di automobili, che abbiamo raccolto in questo approfondimento, nel 2021 le auto a ricarica elettrica hanno continuato a guadagnare quote di mercato, tanto che un’auto su cinque vendute in Unione Europea sarebbe oggi elettrica.

Un trend confermato anche dalla ricerca condotta da Areté a marzo 2022 e intitolata Auto elettriche, tu che pensi?” (di cui abbiamo parlato qui) dalla quale è emerso che un italiano su due si dichiara pronto ad acquistare l’ibrido, mentre 4 italiani su 10 hanno già guidato, anche occasionalmente, una vettura elettrica. 

Ma non è tutto. Secondo l’ultimo EY Mobility Consumer Index, lo studio annuale condotto da EY su oltre 18 Paesi, inclusa l’Italia, con oltre 13 mila intervistati, il 52% di coloro che nel mondo intende comprare un’automobile acquisterà un veicolo elettrico (automobile completamente elettrica, ibrida plug-in e ibrida) – dato che per la prima volta supera il 50% – e rappresenta un aumento di 22 punti percentuali in soli due anni.

 

La posizione dell’Italia nell’Indice EY

L’indice EY, che analizza i principali cambiamenti rilevati nelle abitudini dei consumatori nel settore della mobilità, posiziona l’Italia come Paese leader in Europa nell’adozione di veicoli elettrici (il 73% degli intervistati è infatti intenzionato ad acquistare un veicolo elettrico, dato in aumento rispetto al 2021 quando si registrava il 63%), seguita da Spagna (62%), Norvegia (61%), Svezia (52%), Regno Unito (49%), Francia (48%), Paesi Bassi (46%) e Germania (45%). Nel continente asiatico la Cina (69%) e la Corea del Sud (63%) sono in testa, seguono l’Australia (38%) e infine gli Stati Uniti (29%) con la percentuale più bassa nel campione preso in esame.

Più nello specifico, per quanto riguarda l’Italia, il 23% dei potenziali acquirenti di automobili prevede di acquistarne una completamente elettrica nel 2022, un dato nettamente in aumento rispetto all’anno scorso (9%) ma in linea con la media mondiale registrata quest’anno pari al 20%. Il 22% invece acquisterebbe un’ibrida plug-in, in leggero aumento (21%) rispetto al 2021, dove la media globale è pari al 10%. Infine, il 28% acquisterebbe un’auto ibrida (nel 2021 era il 33%) a fronte di una media globale del 21%.

Ma quali sono le ragioni che spingono gli automobilisti verso l’elettrico?

Come presumibile, la volontà di raggiungere una maggiore sostenibilità ambientale anche nei trasporti è la motivazione principale, per il 38% degli intervistati da EY, ad acquistare un veicolo elettrico anche a fronte di un investimento economico superiore per l’acquisto del veicolo, tanto che l’88% degli intervistati sarebbe disposto a pagare di più e il 35% a pagare un sovrapprezzo almeno del 20%.

Chi sono i potenziali acquirenti di auto elettriche?

Dall’Indice EY emerge che tra coloro che si dichiarano potenziali acquirenti di veicoli elettrici, il 47% sono i cosiddetti Boomer, cioè coloro con un’età compresa in media tra i 56 e i 74 anni di età; il 26% fa parte invece della cosiddetta Gen X, cioè i nati tra il 1965 e il 1980; il 16% appartiene alla categoria dei Millenials (generazione dei nati tra il 1981 e la metà degli anni ’90); infine, il 10% appartiene alla Gen Z (nati tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000).

Da dove provengono i potenziali automobilisti “elettrici”

In Italia, tra chi è intenzionato ad acquistare quest’anno un’automobile elettrica, il 43% abita in un’area rurale, il 18% in una città di medie dimensioni, il 18% nel centro città di una grande città, il 12% in una piccola città/paese e il 9% nelle aree suburbane di una grande città.

Spostamenti e mobilità

In Italia nel 2022 si assiste ad una riduzione di circa il 17% nel numero di viaggi mensili effettuati per motivi di lavoro rispetto a prima del Covid-19; la riduzione registrata nel 2021 era del 6%. A livello globale ed europeo si registra un -11%.

La riduzione media di spostamenti non legati a motivi di lavoro è circa del -9% rispetto a prima del Covid-19. La media europea ha registrato una riduzione del -7% mentre quella globale è stata del -8%.

Nell’anno in corso, rispetto al periodo precedente al Covid-19, negli spostamenti per lavoro si è registrato il  -16% nell’uso dell’auto personale, -22% nell’uso di veicoli privati a due ruote e -12% nell’uso della micromobilità personale. La media globale è così ripartita: negli spostamenti per lavoro si è registrato -11% nell’uso dell’auto personale, -13% nell’uso di veicoli privati a due ruote e -10% nell’uso della micromobilità personale.

Sempre negli spostamenti per lavoro si osserva -30% di utilizzo della micromobilità condivisa, +6% di utilizzo di taxi, -30% di utilizzo di car sharing/car club, +3% di persone che hanno utilizzato il noleggio auto e -29% di utilizzo del trasporto pubblico. La media globale è così ripartita: negli spostamenti per lavoro si è registrato -11% di utilizzo della micromobilità condivisa, -9% di utilizzo di taxi, -8% di utilizzo di car sharing/car club, +5% di persone che hanno utilizzato il noleggio auto e -15% di utilizzo del trasporto pubblico.

Si prevede che oggi rispetto a prima di Covid-19 ci sarà una diminuzione (-16%) nell’uso dell’auto personale, -22% nell’uso delle 2 ruote personali, -18% nell’uso della micromobilità, +6% nell’uso del taxi, -30% nell’uso del car sharing/car club, + 3% nel noleggio auto e -29% nell’uso del trasporto pubblico. La media globale è così ripartita: -11% nell’uso dell’auto personale, -13% nell’uso delle 2 ruote personali, -10% nell’uso della micromobilità, -9% nell’uso del taxi, -3% nell’uso del car sharing/car club, + 5% nel noleggio auto e -15% nell’uso del trasporto pubblico.

Fonte: TTS Italia