loader image

Il trasporto merci si fa “green” con le proposte della Commissione europea

“Ogni giorno miliardi di merci viaggiano sulle strade e sui binari ferroviari europei, dai porti e dai valichi doganali fino ai negozi e alle nostre case. Le proposte della Commissione europea contribuiranno a portare sulle strade più autocarri a emissioni zero e a garantire che le merci siano gestite nel modo più sostenibile possibile, indifferentemente dal mezzo su cui viaggiano”. Così Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, ha recentemente commentato l’impatto delle misure proposte dalla Commissione per efficientare e rendere più sostenibile il settore dei trasporti.

Misure che, più nello specifico, prevedono il miglioramento della gestione dell’infrastruttura ferroviaria, l’offerta di maggiori incentivi agli autocarri a basse emissioni e, infine, l’ottimizzazione della condivisione delle informazioni sulle emissioni di gas a effetto serra delle merci. L’obiettivo finale è noto: la riduzione, entro il 2050, del 90% delle emissioni legate ai trasporti, così come previsto dal Green Deal europeo.

Ad oggi il settore dei trasporti è infatti tra i maggiori responsabili delle emissioni di gas serra globali, con il 16% del totale. Dato che in Italia si aggira attorno al 25%. All’interno del comparto il maggiore responsabile è il trasporto di merci e persone su strada che rappresenta il 92% in Italia e il 75% globalmente (dati ISPRA 2021). Nell’Unione europea oltre il 50 % delle merci viene infatti trasportato su strada. È quindi chiaro e logico che per ridurre gli impatti del settore in termini di emissioni occorra sviluppare infrastrutture che permettano di alleggerire il traffico su strada aumentando gli spostamenti di merci e persone su treno. Entra quindi in gioco il ruolo delle infrastrutture, essenziali per portare avanti in modo veloce ed efficace la decarbonizzazione dei trasporti. È però altresì doveroso pensare a misure in grado di ridurre l’impatto del trasporto stradale che, in ogni caso, non cesserà di rappresentare una fetta importante del comparto.

Partendo da questi presupposti, il regolamento proposto dalla Commissione mira ad ottimizzare il trasporto ferroviario migliorando il coordinamento transfrontaliero e aumentando puntualità ed affidabilità dei collegamenti, così da attirare un maggior numero di imprese di trasporto merci verso questa modalità di trasporto. La proposta di regolamento sull’utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria nello spazio ferroviario europeo unico si basa quindi sul progetto di riprogrammazione degli orari promosso dall’industria del settore. L’obiettivo è di rispondere meglio alle diverse esigenze del settore ferroviario: orari stabili e prenotazione anticipata dei biglietti per i servizi passeggeri e spostamenti flessibili dei treni adattati alle catene di approvvigionamento “just-in-time” per gli spedizionieri, così da favorire il trasporto intermodale.

Come anticipato, però, il 50% delle merci viene trasportato oggi su strada. Dato che impone una necessaria riflessione sulle modalità di decarbonizzazione del comparto dell’autotrasporto. La soluzione proposta dalla Commissione riguarda quindi la revisione della vigente normativa relativa alla lunghezza, la larghezza e l’altezza massime per i veicoli pesanti al fine di consentire un peso aggiuntivo per i veicoli che utilizzando tecnologie meno impattanti dal punto di vista ambientale. Prevendo inoltre un’altezza supplementare si mira a facilitare il trasporto di container a grande capacità – cosiddetto “high cube” – con veicoli standard. “Una volta che la tecnologia si sarà sviluppata e i sistemi di propulsione a zero emissioni saranno diventati più leggeri – si legge sul sito della Commissione – anche grazie all’uso di dispositivi e cabine aerodinamiche la cui diffusione sarà incoraggiata, i veicoli più puliti beneficeranno di un carico utile supplementare rispetto agli autocarri convenzionali”.

Ma non è tutto. La proposta si impegna inoltre a fornire indicazioni chiare rispetto all’impiego nel traffico transfrontaliero, a determinate condizioni, di veicoli più pesanti e più lunghi, attualmente già consentiti in alcuni Stati membri. “La proposta – si legge – indica chiaramente che gli Stati membri nei cui territori sono autorizzati i sistemi modulari europei (EMS) potranno utilizzare tali sistemi anche per operazioni internazionali tra Stati membri confinanti, anche in assenza di accordi bilaterali e senza condizioni che impongano l’attraversamento di una sola frontiera. La stessa quantità di merci potrà così essere trasportata in un minor numero di viaggi”.

Infine, per quanto riguarda la condivisione e lo scambio di informazioni circa le emissioni inquinanti legate ai trasporti, la Commissione propone un approccio metodologico comune così da “consentire alle imprese di calcolare le loro emissioni di gas a effetto serra qualora decidano di pubblicare tali informazioni o siano tenute a condividerle per motivi contrattuali”. In particolare, la metodologia proposta “si basa sulla norma ISO/CEN recentemente adottata per la quantificazione e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra derivanti dal funzionamento delle catene per il trasporto di passeggeri e di merci”.

Un tema, quest’ultimo, fondamentale per due diversi aspetti: da un lato gli operatori logistici saranno messi nelle condizioni di poter valutare su una solida base di dati i propri servizi e, conseguentemente, attuare strategie e approcci per poterli ottimizzare anche da un punto di vista ambientale. Dall’altro, apre all’importante tema della sensibilizzazione dei consumatori circa l’impatto che le diverse opzioni di trasporto per la consegna beni, per esempio ordinati online, hanno sull’ambiente, così da poter scegliere consapevolmente e in base a reali necessità quale tipologia di trasporto richiedere. Una soluzione, quindi, a quella che è stata più volte definita come “la logistica del capriccio”, basata cioè non su reali esigenze ma sulla volontà di ricevere quanto più velocemente un bene ordinato tramite eCommerce tralasciando valutazioni sull’impatto che tali scelte hanno, sia a livello ambientale che organizzativo.