La logistica europea sta cambiando volto grazie ai droni.
Da tecnologia sperimentale a strumento operativo, i velivoli a pilotaggio remoto stanno diventando parte integrante delle strategie urbane e industriali.
Un cambiamento favorito dai progressi tecnici e dalle nuove regole introdotte dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA).
Negli ultimi anni diversi progetti pilota hanno dimostrato che i droni possono ridurre tempi e costi, rendendo i trasporti più sostenibili.
In ambito sanitario vengono già utilizzati per consegnare farmaci urgenti e campioni biologici tra ospedali; nei porti e nelle aree industriali trasportano documenti e pezzi di ricambio, riducendo ritardi e fermate; nelle città, infine, test avviati a Helsinki, Parigi e Barcellona stanno sperimentando consegne e-commerce a basso impatto ambientale, trasformando l’ultimo miglio in un laboratorio di innovazione logistica.
La regolamentazione europea ha definito tre categorie operative (Open, Specific e Certified), che stabiliscono requisiti di sicurezza e modalità d’impiego. È il passaggio che consente di andare oltre i test isolati e integrare i droni nei sistemi logistici.
Le sfide non mancano: garantire la sicurezza dello spazio aereo, sviluppare infrastrutture digitali per il traffico dei droni (UTM) e ottenere la fiducia delle comunità locali.
Intanto, i grandi player come Amazon e DHL, insieme a start-up europee, stanno investendo in soluzioni dedicate.
Il messaggio è chiaro: i droni stanno già rivoluzionando la logistica europea, aprendo la strada a consegne più rapide, sostenibili e vicine ai bisogni delle città.





