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A che punto siamo con il TPL sostenibile?

L’autobus è la modalità di trasporto pubblico locale di gran lunga più diffusa nelle città italiane rappresentando oltre il 99% dell’offerta in termini di posti/km prodotti in 83 comuni capoluogo, mentre in altri 20 copre più di due terzi dell’offerta complessiva; la strada verso la piena sostenibilità del TPL però non è in discesa e già qualche mese fa, in questo approfondimento, avevamo già accennato ai ritardi in merito alla transizione in ottica green del trasporto pubblico italiano.

A distanza di qualche mese è giunto il momento di fare il punto della situazione riponendoci la stessa domanda: a che punto siamo con il TPL sostenibile?

Il monitoraggio MIMS

I mezzi a zero emissioni e ibridi che circolano sulle strade delle città italiane sono aumentati di 221 unità negli ultimi mesi (salendo rispettivamente da 436 a 535 unità i primi e da 480 a 602 unità i secondi).

Il dato arriva dal monitoraggio avviato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) che sottolinea inoltre come il numero di autobus più inquinanti (cioè Euro 1,2 o 3) sia sceso di 1.078 unità (da 14.664 a 13.586), tendenza destinata a confermarsi nei prossimi mesi fino alla totale messa fuori servizio dei mezzi Euro 1 (attualmente 203) entro il 30 giugno 2022, di quelli Euro 2 (attualmente 3.895) entro la fine del 2022 e degli Euro 3 (attualmente 9.488) entro il 1° gennaio 2024, come previsto dalla legge 9 novembre 2021, n. 156 di conversione del “decreto infrastrutture” del settembre 2021.

Gli investimenti a favore della sostenibilità

Nell’ultimo anno, infatti, sono stati destinati alla trasformazione ecologica del parco mezzi del TPL 1,9 miliardi di euro di nuovi fondi ai comuni attraverso il Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR), 0,6 miliardi di euro alle regioni attraverso il Fondo Complementare e ha ripartito 1,1 miliardi di euro destinati alle città con più di 100.000 abitanti del fondo relativo al Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile (PSNMS), che consentiranno agli enti locali di acquistare nei prossimi anni circa 8.000 mezzi a basse e zero emissioni.

Cala il numero dei mezzi diesel

Il monitoraggio sull’evoluzione del parco autobus destinato al TPL mostra dunque un chiaro spostamento a favore di mezzi più moderni e meno inquinanti. Tra gli autobus diesel, la quota di mezzi Euro 1-3 scende, tra ottobre dello scorso anno e marzo 2022, dal 37,7% al 34,9%, mentre quella degli Euro 5-6 aumenta dal 55,4% al 58,1%. A partire da ottobre del 2021 si nota, per la prima volta, una diminuzione del valore assoluto di autobus diesel (da 38.936 a 38.803 unità), compensata dall’aumento del numero di autobus a “emissioni zero”, soprattutto in Lombardia e Piemonte, grazie alle buone performance di Milano e Torino, e degli autobus ibridi.

“La scelta a favore di mezzi di trasporto pubblico locale moderni e non inquinanti – sottolinea il Ministro, Enrico Giovannini – rappresenta uno degli assi principali dell’azione del Ministero per migliorare la qualità dell’aria nelle città e aumentare l’utilizzo da parte dei cittadini della mobilità condivisa. La scelta a favore di autobus a zero emissioni deve essere comune a tutte le amministrazioni locali e alle aziende di trasporto locale, anche per stimolare la nascita di una produzione nazionale che crei occupazione e reddito. Va in questa direzione l’investimento di 300 milioni di euro (di cui abbiamo parlato anche qui) per l’avvio di contratti di sviluppo per la creazione di una filiera di produzione di autobus elettrici, con una destinazione del 40% a favore di progetti da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno”.

L’età media degli autobus italiani

Come abbiamo raccontato anche in questo approfondimento, i bus italiani sono ad oggi tra i più vecchi d’Europa.

Al 31 dicembre 2021 l’età media dei mezzi assicurati era di 10,1 anni, in calo rispetto agli anni passati, ma con evidenti disparità territoriali. Il Molise, la Basilicata, la Calabria e la Sardegna mostrano un parco veicoli con un’età media complessiva superiore ai 12 anni, mentre in Friuli-Venezia-Giulia, nella Provincia Autonoma di Bolzano e nella Valle D’Aosta circolano mezzi con un’età media di 7 anni.

Il sistema di monitoraggio messo a punto dal Mims evidenzia anche la distribuzione territoriale del parco veicolare in base alle diverse tipologie di mezzi. In percentuale, la quota di mezzi più inquinanti (Euro 1-3) è più elevata in Molise, Basilicata e Veneto (sopra il 50%), mentre in Valle d’Aosta, Friuli-Venezia-Giulia, Lazio e Provincia Autonoma di Trento è molto alta (oltre il 39%) quella di autobus Euro 6. A livello di città metropolitana, Milano e Torino guidano la transizione verso un TPL a zero emissioni, rispettivamente con 177 e 103 autobus elettrici circolanti a marzo 2022, mentre Roma, Napoli, Firenze e Genova presentano una quota di veicoli Euro 6 superiore al 40%. La quota di mezzi maggiormente inquinanti è invece superiore al 50% nelle città metropolitane di Catania e Venezia.

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Fonte: TTS Italia