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La rivoluzione al volante: ecco come la guida autonoma cambierà gli spostamenti

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La rivoluzione al volante: ecco come la guida autonoma cambierà gli spostamenti
L’impatto sulle nostre abitudini e le tante opportunità delle nuove tecnologie da “maneggiare con cura”

Il mondo dei trasporti è nel pieno di uno straordinario processo di trasformazione: dopo diversi decenni in cui le tecnologie si sono sviluppate senza mai radicalmente intaccare le abitudini di noi tutti, negli ultimi anni stiamo assistendo a grandi cambiamenti in modo analogo a quanto accaduto nel settore delle telecomunicazioni sin dall’avvento dei telefoni cellulari.
I sistemi di trasporto intelligenti stanno diventando sempre più cooperativi ed interconnessi (si parla di Cooperative Intelligent Transport Systems o C-ITS) e grazie alle nuove tecnologie (telefonia mobile, Internet of Things, Big Data, intelligenza artificiale) possiamo fruire di funzionalità di localizzazione, analisi e previsione sempre più avanzate, in grado di produrre nuove e più efficaci forme di mobilità (come car e bike sharing) e sistemi di ausilio per la pianificazione dei viaggi (i cosiddetti travel planner o le app di prenotazione e pagamento di taxi e parcheggio).
Fra le grandi novità di questa new wave della mobilità, un ruolo da protagonista è da attribuire sicuramente ai veicoli a guida autonoma, vagheggiati in scenari futuristici degli anni ’50, poi dimenticati dal progresso tecnologico per mezzo secolo e infine riapparsi prepotentemente sulla scena internazionale.

I diversi livelli di automazione della guida
Oggi i costruttori di automobili, le società ICT e di telecomunicazioni stanno investendo rilevanti risorse nello sviluppo di diversi dispositivi (come il controllo automatico della velocità e della frenata o l’assistente di parcheggio) già presenti sul mercato per migliorare l’esperienza di guida. Questi strumenti, sempre più attivi, sono generalmente definiti sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS) che tuttavia non implicano alcun rilascio di attenzione da parte del conducente né riduzione delle capacità di guida e sono intesi come supporto per la sicurezza o il comfort.
La progressiva evoluzione di questi sistemi porterà nel giro di alcuni anni a vetture capaci di compiere sempre più azioni in maniera autonoma in scenari via via più complessi, così come schematizzato nei diversi livelli di automazione dalla Society of Automotive Engineers, fino alla possibilità di avere veicoli senza conducente in grado di interagire tra loro e con l’ambiente circostante, gestendo anche le eccezioni in maniera sicura.

I diversi livelli di automazione – Society of Automotive Engineers-SAE) – https://www.sae.org

Lo scenario di auto senza conducente non è ancora del tutto esplorato e sono incorso diverse ricerche per capirne appieno le implicazioni tecnologiche, trasportistiche, ma anche etiche (argomento molto complesso che affronteremo in uno dei nostri prossimi articoli). Il mondo industriale intravvede chiaramente un enorme potenziale per un nuovo mercato che dovrebbe modificare radicalmente il sistema di trasporto nei prossimi decenni. Le istituzioni, dal canto loro, stanno stimolando la ricerca e lo sviluppo del business per l’introduzione di nuovi servizi, prodotti o processi in grado di migliorare la mobilità di merci e passeggeri e allo stesso tempo di regolare tali evoluzioni preservando i diritti dei cittadini e un’equa concorrenza sul mercato.

I cambiamenti nel sistema della mobilità
Un aspetto su cui è interessante riflettere riguarda gli effetti dei profondi cambiamenti delle nostre abitudini di spostamento che presumibilmente avverranno nei prossimi anni: la guida autonoma richiederà sempre meno capacità di guida al conducente e sicuramente ciò contribuirà notevolmente all’aumento della sicurezza sulle nostre strade (si parla di una riduzione del 90% degli incidenti mortali) e ad una migliore accessibilità da parte di persone con problemi di disabilità ma al contempo potrebbe introdurre impatti che è utile considerare.
In un’auto a guida autonoma sarà possibile compire azioni oggi impensabili durante la guida e quindi noi tutti cambieremo la percezione e la stima del valore del tempo trascorso in auto; sarà possibile fare riunioni di lavoro per esempio, e ciò incentiverà gli spostamenti che avverranno in un tempo di vita “produttivo”. Gli impatti sul traffico e sul consumo di suolo rischiano di essere notevoli se non considerati con sufficiente anticipo, poiché le comodità individuali solitamente distolgono le persone dalla percezione degli effetti collettivi dei propri comportamenti. Non c’è solo l’aspetto ambientale da considerare: se oltre ad essere a guida autonoma tutti i veicoli fossero ad impatto (quasi) nullo (ZEV – Zero-Emission-Vehicles) questo sistema collettivo di comportamento che autoalimenta sempre crescenti bisogni di mobilità sarebbe rinforzato dalla caduta di residue remore ecologiste. Cosa ne sarebbe a quel punto dell’uso del suolo pubblico? Non possiamo permetterci di viaggiare con tassi di una persona per auto semplicemente perché non c’è lo spazio fisico nelle nostre città e le implicazioni, qualora non di tipo ambientale, sarebbero pesanti dal punto di vista dell’accessibilità dei luoghi, ovvero con ricadute di tipo sociale ed economico.
Il sistema futuro dei trasporti senza una concreta e lungimirante governance sulle politiche di mobilità tenderebbe necessariamente al disordine, poiché i comportamenti individuali sono quelli più premianti per i singoli e il già marginale livello di comportamenti virtuosi (l’uso del trasporto collettivo) dettati esclusivamente da approcci volontaristici libererebbe spazio per ulteriori comportamenti individuali da parte di chi ne dovesse trarre maggiore convenienza.
È dunque necessario pensare ad un nuovo approccio nella pianificazione e regolamentazione dei sistemi di mobilità, che non potrà più basarsi sulla sensibilizzazione dei cittadini né su politiche di enforcement entrambe difficilmente applicabili in maniera massiva.
Le istituzioni dovranno adottare nuovi modelli di governance capaci di affrontare tempestivamente i cambiamenti tecnologici e di tenerne il passo, modelli dunque dinamici oltre che attuali che incidano sotto il punto di vista urbanistico (con le auto a guida autonoma saranno probabilmente necessari molti meno parcheggi), comportamentale (capaci di regolare l’uso di modalità di trasporto individuale) e trasportistico (nuovi modelli integrati di offerta di mobilità come il MaaS, di cui abbiamo parlato in questo articolo).

Il ruolo di FIT Consulting
FIT Consulting è protagonista dei cambiamenti legati alla guida autonoma, avendo lavorato alla parte strategica di progetti di sviluppo industriale legati ai sistemi di comunicazione fra veicoli (Vehicle-to-Vehicle – V2V) e fra veicoli ed infrastrutture (Vehicle2Infrastructure – V2I). Ha inoltre coordinato il gruppo di lavoro sugli automated vehicles nel Comitato Tecnico italiano sulla guida autonoma dell’Associazione mondiale della Strada (AIPCR) per il quale è stata curata la pubblicazione “Guida Autonoma e Smart Road” edita dalla Tipografia del Genio civile DEI.

(Photo: Steve Jurvetson)