Settantuno indicatori, settanta città, una classifica che non premia la bellezza dei lungomari né la puntualità dei mezzi. L’Urban Mobility Readiness Index 2024, redatto dall’Oliver Wyman Forum e dall’Università di Berkeley, misura una cosa sola: quanto una città è pronta, oggi, ad affrontare il futuro della mobilità. E per “futuro” si intende una combinazione precisa: sostenibilità ambientale, accessibilità sociale, innovazione tecnologica. I vertici della classifica sono occupati da chi su questi fronti investe, definisce regole e progetta con visione. Vediamo insieme i parametri che rendono una città pronta al futuro.
- Intelligenza artificiale per il trasporto pubblico
Nel 2023 Singapore ha riportato il 93,5% dei passeggeri pre-Covid sui mezzi. Questo mentre in molte altre città il trasporto pubblico perde passeggeri e fiducia. In che modo? Investendo in modo strategico su due livelli. Da un lato, l’infrastruttura: entro i primi anni 2030 sarà completato un piano di espansione della rete ferroviaria che porterà la lunghezza totale a 360 chilometri. Dall’altro, la tecnologia: a giugno 2024 è stato aperto un centro di innovazione dedicato al trasporto pubblico, con il coinvolgimento di imprese, università e agenzie pubbliche per sviluppare soluzioni digitali avanzate volte a migliorare l’efficienza e l’accessibilità. Tra le prime applicazioni già operative ci sono un assistente basato su AI in grado di tradurre in tempo reale testi e parlato in lingua dei segni, un chatbot conversazionale attivo in alcune stazioni, capace di fornire informazioni utili ai passeggeri. Secondo un sondaggio dell’Oliver Wyman Forum, la fiducia nei mezzi pubblici cresce: nel novembre 2024, il 46% dei cittadini in 17 Paesi ha dichiarato di usarli regolarmente, in aumento rispetto al 42% di un anno prima.
2. Approccio sistemico alla sostenibilità
Incentivi economici per l’acquisto di veicoli elettrici, estensione delle zone a traffico limitato, rete ferroviaria efficiente e infrastrutture ciclabili integrate sono parte della strategia che mette Helsinki in testa alla classifica. La chiave è l’approccio sistemico della capitale finlandese: una mobilità sostenibile non può esistere senza una rete energetica a basse emissioni. Per questo, un’azienda locale ha avviato la costruzione di un impianto per la produzione di idrogeno verde, il primo del suo genere in città, prodotto esclusivamente da fonti rinnovabili – eolico e solare. Il calore di scarto generato verrà reimmesso nella rete di teleriscaldamento urbana.
Questo progetto fa parte di una strategia più ampia sostenuta dal governo finlandese, che ha creato un’agenzia nazionale per attrarre investimenti nei settori dell’idrogeno e delle batterie. Il valore stimato del mercato dell’idrogeno in Finlandia: 250 miliardi di dollari entro il 2030, con una crescita media annua superiore al 7% dal 2022.
3. Veicoli autonomi e aerotaxi
Adottare nuove tecnologie non è più un’opzione ma una necessità, soprattutto per le città che intendono affrontare in modo serio la crisi climatica e garantire una mobilità accessibile e sostenibile.
I robotaxi offrono la possibilità concreta di abbattere i costi dei servizi di trasporto su richiesta. Treni e autobus a guida autonoma possono migliorare la frequenza, la puntualità e la gestione del trasporto pubblico, liberandolo da molte delle inefficienze attuali.
Gli aerotaxi, già in fase di sperimentazione in diverse aree urbane, potrebbero contribuire a ridurre la pressione sul traffico stradale, soprattutto nei collegamenti interurbani a medio raggio.
Dal 2023 San Francisco consente alle aziende di testare tecnologie emergenti in ambienti reali ma controllati. È un approccio pensato per favorire la sperimentazione sicura. Nell’agosto dello stesso anno ha autorizzato, per la prima volta, l’attività commerciale dei robotaxi e entro la fine del 2025, alcune aziende private prevedono di avviare i primi collegamenti di aerotaxi elettrici tra le principali città della Bay Area, tra cui San Jose, Napa, Oakland, Livermore. I tempi previsti sono 10-20 minuti di volo contro una o due ore di tragitto su strada.
Nel 2024, Shanghai ha rilasciato quattro licenze per l’uso di robotaxi su strade urbane, e ha avviato servizi commerciali di aerotaxi. Anche Pechino ha autorizzato robotaxi per collegare la città con l’aeroporto internazionale Daxing.
Secondo le stime dell’Oliver Wyman Forum, i settori dei veicoli autonomi e degli aerotaxi genereranno 314,8 miliardi di dollari di ricavi entro il 2035. Oggi valgono appena 1,7 miliardi.