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Le emissioni dei trasporti spingono l’Italia oltre i limiti UE: rischio pagamenti fino a 25 miliardi di euro

Le emissioni dei trasporti

Nonostante il calo complessivo delle emissioni di CO2 del 6,8% rispetto al 2022, in Italia i trasporti continuano a rappresentare una criticità notevole. Secondo i dati ufficiali diffusi da Ispra, nel 2023 le emissioni del settore trasporti, responsabili del 28% del totale, sono aumentate, contribuendo in modo decisivo al superamento dei limiti annuali imposti dall’Unione Europea.

I trasporti rientrano infatti tra i settori regolati dal regolamento europeo Effort Sharing, che stabilisce per l’Italia un obiettivo di riduzione del 43,7% delle emissioni entro il 2030 (rispetto ai livelli del 2005). Oltre ai trasporti, sono inclusi nel regolamento i settori civile (riscaldamento degli edifici), agricoltura, rifiuti e industria non soggetta al sistema Ets. Ma è proprio il comparto dei trasporti ad aver impedito la discesa complessiva delle emissioni: Ispra certifica che l’Italia ha superato le quote annuali consentite per tre anni consecutivi (5,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti in eccesso nel 2021, 5,4 nel 2022 e ben 8,2 nel 2023). Per il periodo 2021-2030, l’Italia è fuori traiettoria rispetto agli obiettivi stabiliti. Le stime indicano un possibile superamento cumulato di circa 100 milioni di tonnellate di CO2, con un impatto economico che potrebbe variare dai 15 ai 25 miliardi di euro.

L’Italia dovrà agire già tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo per definire un piano di rientro. Se la Commissione Europea riscontrerà insufficienti progressi, il nostro Paese sarà obbligato a presentare un piano d’azione correttivo entro tre mesi dal prossimo report europeo previsto per ottobre 2025.